domenica 12 gennaio 2014

Le 10 città europee che consiglio di vistare: LONDRA e PARIGI (2/5)

Spostandoci dalla Spagna a Regno Unito e Francia, le prossime città che ho scelto per questo tour virtuale d’Europa sono le due capitali dei rispettivi stati, Londra e Parigi, in quanto contenitori di un assetto artistico e museale di entità nazionale: non potendo indagare su altre realtà locali come la zona dei castelli della Loira o la Scozia, ho ritenuto emblematico raccontare le due città simbolo della storia artistica, politica e sociale della nazione a cui fanno capo.


LONDRA

La London Eye, la ruota panoramica che svetta sulla città 
Città del te delle cinque, dei bus rossi a due piani, della guida a destra, dei magazzini Harrods, della Famiglia Reale, Londra è innanzitutto una delle città più importanti del mondo per via della sua storia: capitale di un piccolo regno che nei secoli è riuscito a imporsi sullo scenario mondiale colonizzando a destra e manca, la città ancora oggi è meta turistica e lavorativa per diverse etnie provenienti da ogni angolo del mondo.

Ovviamente ci si potrebbe scrivere un poema sulle bellezze da visitare nella minuzia a Londra, ma questa non è la finalità del post in questione: per cui, nella consapevolezza che potrò solo menzionarle per una visita a 360° della città, turisticamente parlando è d’uopo visitare Buckingham Palace non solo per il caratteristico rito del cambio della guardia, ma anche per aver una visione d’insieme del meraviglioso palazzo che all’interno ospita una galleria con dipinti di pittori fiamminghi del XVI e XVII secolo quali Vermeer, Rembrandt, Van Dyck e Rubens.

Buckingham Palace, 1703 - 1913, Londra.

Torre dell'Orologio o Big Ben, 1859, Londra.
E ancora, spaziando dai monumenti contemporanei come il London Eye, la meravigliosa ed imponente ruota panoramica che si erge maestosa sulle rive del Tamigi, a quelli medievali come il Palazzo di St James, storicamente importante perché tra quelle quattro mura si sono svolti episodi fondamentali della storia del paese, come la morte di Maria I Tudor – nella cui cappella si conservano gli organi interni, –  vanno ancora menzionati per quanto riguarda le architetture civili, anche la Torre di Londra, uno dei simboli della città più rinomati, un insieme di edifici medievali a uso di fortezza, palazzo e prigione, Patrimonio dell’Umanità dal 1988 per volere dell’Unesco ed il Palazzo di Westminster.

Svettante sulla riva del Tamigi, il palazzo in questione è l’emblema della democrazia inglese, dato che al suo interno ospita le due camere del Parlamento.
Costruito quasi interamente su una prefabbrica medievale, in stile neogotico verso la prima metà del XIX secolo, è riconosciuto in tutto il mondo per via della sua St Stephen’s Tower (oggi Elisabeth Tower in onore alla regina Elisabetta II), ai più conosciuta come Torre dell’Orologio o Big Ben.

Cattedrale di St. Paul, XVII secolo, Londra. 
Sul piano religioso, le due architetture cardine importanti su un lato storico ed artistico sono individuabili nell’Abbazia di Westminster e nella Cattedrale di St. Paul.
La prima, pressoché attigua al Palazzo omonimo, è una costruzione del XV secolo con facciata in stile neogotico del XVIII; al suo imponente interno a croce latina a tre navate, si sono susseguite nei secoli le incoronazioni dei sovrani inglesi, nonché ancor oggi si ospitano le sepolture di personaggi importanti come Shakespeare, Chaucer, Dickens, Kipling,Olivier e di centinaia di sovrani, tra cui su tutti Elisabetta I e Maria I Tudor.

La Cattedrale di St. Paul invece, costruzione del tardo XVII secolo, è una fusione di più stili, dal tardo gotico al classicismo rinascimentale, sino al barocco, che si trasforma in un eclettico barocco inglese. Imponente è senza orma di dubbio la (falsa) cupola che padroneggia la struttura, che sembra aver subito gli influssi di quella michelangiolesca di San Pietro.

Leonardo da Vinci, La Vergine delle Rocce,
1494 - 1508, olio su tavola, National Gallery, Londra. 
In ambito artistico museale, Londra si apre a realtà totalizzanti, che abbracciano ad ampio raggio l’arte classica, la medievale, la moderna e la contemporanea.
La prima da segnalare sorge nella rinomata Trafalgar Square, ed è la National Gallery.
La sua collezione consta di più di 2000 dipinti che coprono un arco di tempo di ben otto secoli (dal XII al XX secolo) e che toccano diverse scuole stilistiche, dall’italiana alla fiamminga, passando per la tedesca, la francese, la spagnola e l’inglese.

La peculiarità della National Gallery è data dal fatto che al suo interno sono custoditi dipinti che hanno tracciato la storia dell’arte di tutti i tempi, come La Vergine delle Rocce di Leonardo, I Girasoli di Vincent Van Gogh, La Madonna dei Garofani ed il Ritratto di Giulio II di Raffaello, Le Bagnanti a La Grenouillere di Claude Monet, il Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck, la Cena in Emmaus ed il Ragazzo morso dal ramarro del Caravaggio, l’Allegoria della Prudenza ed il Noli me tangere del Tiziano, Le grandi bagnanti di Paul Cezanne, il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, Madame Moitessier di Jean Auguste Dominique Ingres e Il Cristo Benedicente di Antonello da Messina.

J. Van Eyck, Ritratto dei coniugi Arnolfini, 1434,
olio su tavola, National Gallery, Londra. 
V. Van Gogh, I girasoli, 1888, olio su tela,
National Gallery, Londra. 

O. Leoni, Ritratto di Bernini, 1622, matita su carta,
Victoria and Albert Museum, Londra. 
Sulla stessa lunghezza d’onda è visitabile il Victoria and Albert Museum, che raccoglie disegni, incisioni e calchi dei più importanti artisti dello scenario mondiale, qualificandosi come uno dei più completi musei di arti applicate e minori del mondo.
Tra le opere più emblematiche: il Teseo sul Minotauro di Antonio Canova, i cartoni per gli arazzi della Cappella Sistina disegnati da Raffaello, La consegna delle chiavi di Donatello ed il bozzetto dello Schiavo giovane del Michelangelo ed una nutrita serie di incisioni a bulino di Ottavio Leoni, tra cui spicca quello di un giovane Bernini.

A concludere, guardando prettamente all’arte contemporanea, un cenno va dedicato ai due Tate: il Tate Modern ed il Tate Britain.
Il Tate Modern, è la galleria di arte moderna per antonomasia di Londra. Al suo interno si raccontano gli ultimi due secoli di storia dell’arte attraverso capisaldi della pittura spaziante dalla ritrattistica all’astratto, al paesaggio.

J. Pollock, Yellow Islands, 1952, olio su tela,
Tate Modern, Londra.  
Tra i dipinti più importanti presenti nella galleria – gratuita come la maggior parte dei musei londinesi – spiccano: La donna che piange ed I tre ballerini di Pablo Picasso, Nero su Marrone e Rosso su Marrone di Mark Rothko, la Composizione III con Rosso, Giallo e Blu di Piet Mondrian, Le isole gialle di Jackson Pollock, la replica del Cadeau di Marcel Duchamp, la Commedia di Paul Klee,  il Lago Starnbeg di Vassilj Kandinskij, Figure in giardino di Francis Bacon, il Ritratto di un dottore di Francesco Picabia, il Ritratto di Greta Moll di Henri Matisse.


H. Matisse, Ritratto di Greta Moll, 1908,
olio su tela, Tate Modern, Londra. 
P. Picasso, Donna che piange, 1937, olio su tela,
Tate Modern, Londra.

W. Blake, Newton, 1795, olio su tela, Tate Britain, Londra.
A differenza della Tate Modern, la Tate Britain – che appartiene allo stesso ente museale della prima – annovera nelle sue collezioni opere d’arte degli artisti contemporanei britannici, tra cui spuntano per importanza Tre studi per figure alla base della crocifissione ed il Trittico dell’agosto 1972 di Francis Bacon, il Notturno di blu e argento di James Abbott Mc Neil Whistler, Gli anni dell’innocenza di Joshua Reynolds, Newton e La casa della morte di William Blake,  il Ritratto di una donna di Angelica Kauffmann, La spiaggia di Studland di Vanessa Bell.  

Panoramica del centro di Londra. 

PARIGI

Parigi vista da Notre Dame. 
La storia di Parigi non è poi così dissimile da quella di Londra o Madrid, per quanto ne concerne la sua importanza come capitale: infatti da sempre, è stata centro nevralgico di grandi eventi, dalla Rivoluzione Francese all’avvento di Napoleone, sino all’occupazione tedesca agli inizi della Seconda Guerra Mondiale.

Capitale europea della moda (in realtà si contende il titolo con Milano), emblema della cucina francese di qualità e sicuramente città d’arte e cultura, annoverando nei suoi borghi Montmartre e Montparnasse nonché tra i suoi musei il Louvre, Parigi è definibile quale meta ideale per un viaggio romantico e culturale al tempo stesso.

Sicuramente tra le attrazioni di spicco della città ci sono la Torre Eiffel, progettata nel 1889 da Gustave Eiffel, - lo stesso che progettò anche la Statua della Libertà di New York – e l’Arco di Trionfo, che apre al viale degli Champs – Elysées, commissionato agli inizi del XIX secolo da Napoleone Bonaparte, per celebrare le sue vittorie belliche, come era uso fare in epoca classica.

J. Chalgrin, Arco di Trionfo, 1806, Parigi. 
G. Eiffel, Tour Eiffel, 1887 - 1889, ferro forgiato, Parigi

Cattedrale di Notre Dame, 1163 - 1344, Parigi. 
Su un piano sia artistico che religioso, vanno menzionate due edifici che su tutti hanno segnato la storia - medievale la prima, moderna la seconda – della città: la Cattedrale di Notre-Dame e la Basilica del Sacro Cuore.
La cattedrale, fulcro della religiosità a partire dalla seconda metà del XII secolo, è uno degli emblemi più importanti del gotico francese, con i suoi archi rampanti sull’abside, che relegano alla struttura una saldezza ben celata dalla leggerezza che ne traspare.

Portale strombato della  Cattedrale di Notre Dame,
1220 - 1230, Parigi. 
Ricordata da Victor Hugo nel suo celeberrimo Notre Dame de Paris, in cui si narrano le vicende del gobbo Quasimodo, della gitana Esmeralda e dell’arcidiacono Frollo, sicuramente la particolarità della cattedrale è da riscontrarsi nei tre portali ogivali, fortemente strombati e divisi tra loro da trumeau, definiti in base agli ornamenti ed alle sculture che accolgono: Portale della Vergine, Portale del Giudizio Universale e Portale di Sant’Anna.

La Basilica del Sacro Cuore invece, è importante più dal punto di vista storico che artistico, sovrastando il quartiere di Montmartre; borgo protagonista della vita dissoluta di alcuni dei più celeberrimi artisti della Parigi di inizi Novecento. A Montmartre infatti soggiornarono Amedeo ModiglianiMaurice Utrillo, Pablo Picasso e Pierre Auguste Renoir, Henri de Toulouse Lautrec, Suzanne Valadon, Vincent Van Gogh, Tristan Tzara e molti altri, ricordati oltre che per il loro estro artistico geniale, anche per il loro modo di vivere dissoluto secondo lo stile bohemien.

Allo stesso tempo, altro polo artistico della città di inizio secolo XX fu Montparnasse, nel quale si avvicendarono le vite di artisti, letterati e collezionisti del calibro di GertrudeStein, Rousseau il doganiere, Marc Chagall, Chaim Soutine, Ezra Pound, Guillaume Apollinaire, Andrè Breton, Jan Paul Sartre, Salvador Dalì, Joan Mirò, Henri Matisse, nonché i già citati di Montmartre Modigliani, Van Gogh, Renoir e Picasso.
Le loro opere di inestimabile valore, oggi sono sparse per i musei più importanti del mondo nonché ovviamente a Parigi, che vanta due meravigliosi musei monotematici dedicati a Pablo Picasso e Auguste Rodin, e altri due musei di arte contemporanea quali il Museo d’Orsay ed il Museo dell’Arte Moderna.

Montmartre nel 1925. 

P.A. Renoir, Ballo al Moulin del a Galette, 1876, olio su tela,
Musèe d'Orsay, Parigi. 
Il Museo d’Orsay, contiene opere d’arte di pittura, fotografia, scultura e architettura contemporanea.
Al suo interno infatti ben corposa è la collezione di opere impressioniste e postimpressioniste, che riguardano artisti del calibro di Monet, Manet, Renoir, Cezanne, Degas, BertheMorisot, Gauguin, Van Gogh, ma non solo: ben tre sale sono interamente dedicate a Toulouse Lutrec, Gustave Courbet e Auguste Rodin. Scopo del museo infatti è creare un ambiente che esplichi al massimo la cultura artistica e figurativa del periodo intercorso tra il 1848 (antequam indicativo per le collezioni del Louvre) ed il 1914 (postquam per quelle del Museo d’Arte Moderna).

E. Manet, Colazione sull'erba, 1862 - 1863, olio su tela,
Musèe d'Orsay, Parigi. 
Tra i più importanti dipinti custoditi all’interno del Museo d’Orsay configurano: La casa dell’impiccato, Le tre bagnanti, L’Estaque, I giocatori di carte, La donna con caffettiera e La natura morta con mele e arance di Paul Cezanne; Lusso, Calma e Voluttà di Henri Matisse; L’Angelus di Jean Francois Millet; il Ballo al Moulin de la Galette di Pierre Auguste Renoir; due studi della Cattedrale di Rouen e di ninfee di Claude Monet; Colazione sull’erba di Edouard Manet; La chiesa di Auvers e l’Autoritratto del 1889 di Vincent Van Gogh.



V. Van Gogh, Autoritratto, 1889, olio su tela,
Musèe d'Orsay
P. Cezanne, Donna con caffettiera, 1895,
olio su tela, Musèe d'Orsay, Parigi. 

Altre opere degli stessi artisti, create a seguire la Prima Guerra Mondiale, sono riscontrabili nel Centro Georges Pompidou, voluto dal Presidente omonimo con l’intenzione di creare degli spazi culturali legati direttamente all’arte degli ultimi decenni.
Al quarto ed al quinto piano del Centro, trova luogo il Museo Nazionale di Arte Moderna, tra le cui opere maggiori si riscontrano Le nozze di Chagall, Il pittore e la sua modella e La donna che legge di Matisse, I cavalli di Picabia e L’uomo con la chitarra di Braque.

H. Matisse, Donna che legge, 1894, olio su tela,
Centre Pompidou, Parigi. 
H. Matisse, Il pittore e la sua modella, 1917,
olio su tela, Centre Pompidou, Parigi.
 


Leonardo da Vinci, Monna Lisa (Gioconda), 1503 - 1514,
olio su tavola, Museo del Louvre, Parigi. 
Ma è il Louvre il museo più importante della capitale francese.
Per l’importanza delle collezioni ivi custodite e per la quantità delle opere e dei reperti archeologici, risulterebbe un’impresa titanica poterlo visitare in una sola giornata, così come impossibile risulterebbe anche solo accennare in questo post al suo allestimento museale.

Sicuramente il dipinto più famoso e visitato, custodito nel Louvre, è la Monna Lisa (Gioconda) di Leonardo da Vinci, legato ad uno dei falsi storici più conosciuti in ambito artistico: ancor oggi milioni di persone tendono a credere infatti che la proprietà dello Stato francese sul dipinto sia illegittima in quanto “trafugato” durante le requisizioni napoleoniche in Italia.

Affermazione non veritiera, perché la Gioconda fu donata direttamente da Leonardo stesso al Re di Francia Francesco I: il suo mito probabilmente però, ha avuto vasta eco nel mondo, dopo il suo furto nel 1911 ad opera del nazionalista italiano Vincenzo Peruggia, che, convinto dell’ “italianità” del dipinto, la nascose con se per ben due anni.

Panorama di Parigi sulla Senna. 

A seguire si riportano i link delle altre città europee scelte:

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