lunedì 30 dicembre 2013

30 città artistiche da visitare: MATERA, BARI, LECCE, MESSINA e PALERMO (6/6)

Ultima tranche delle 30 città artistiche da visitare in Italia è data da cinque realtà del Meridione, importanti per la storicità del loro territorio e della loro arte.
Dalla Basilicata alla Sicilia, passando per la Puglia, la svirgolettata racconterà sommariamente le bellezze di Matera, Bari, Lecce, Messina e Palermo.


Ventiseiesima città considerata tra le 30 scelte è Matera.

Scorcio di Matera, con il Duomo sulla vetta.
Divisa in due parti, Sasso Barisano (altipiano che da alla provincia di Bari) e Sasso Caveoso (altipiano che da a Monte Scaglioso), Matera è stata insignita nel 1993 del titolo di Città Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, per via dei suoi storici Sassi, che sono una delle poliedriche realtà turistiche più importanti del capoluogo: i Sassi infatti sono i rioni in cui si è sviluppato nel corso dei secoli l’abitato di Matera, interamente scavati nella roccia, addossati l’uno all’altro.

Aprendosi a due importantissimi musei, il Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola (dal nome dell’onorevole parlamentare che fortemente volle la sua apertura),  ed il Museo di arte medievale e moderna della Basilicata in Palazzo Lanfranchi, Matera oltre ai Sassi, presenta un’altra architettura civile degna di essere visitata: il Castello Tramontano, voluto dal conte tiranno Giovan Carlo Tramontano.

Chiesa di San Giovanni Battista, XIII sec., interno, Matera.
Oltre ciò, la bellezza di Matera è da riscontrarsi nelle sue chiese meravigliose, che raccontano influssi plurisecolari: prima fra tutti la Cattedrale della Madonna della Bruna e di Sant’Eustachio, che svetta imponente sulla Civita che divide i due Sassi, struttura romanica del del XIII secolo: chiusa dal lontano 2008 in seguito a restauri dovuti per via di alcuni crolli interni, purtroppo non sarà visitabile sino al 2015 (previo ulteriori ritardi ufficializzati a seguire).

Ancora degna di un’analisi approfondita sono le due chiese a pochi passi l’una dall’altra nel centro storico: la Chiesa del Purgatorio, a cui ho dedicato una svirgolettata specifica e la Chiesa di San Giovanni Battista, meraviglioso esempio di fusione artistica di diversi stili, essendo greca nella sua pianta a croce centrale, gotica nelle sue arcate ogivali e araba nella tipologia del portale.

Capitello con motivi antropomorfi e
vegetali, XIII secolo, Chiesa di San
Giovanni Battista, Matera. 

Il suo punto forte, che meriterebbe uno studio approfondito se non è già stato fatto, sono i capitelli delle colonne che dividono le tre navate al suo interno, decorati con motivi floreali ed animali: capitelli atipici per l’architettura materana, definiti in una resa plastica e in una visione alquanto realistica per alcuni versi ed idealizzata per altri, degli elementi che la compongono.

Figure bibliche, XI sec.,
Santa Maria di Idris, Matera.
Oltre alle tre citate, importante polo ormai meramente museale, è dato dal complesso delle oltre 150 Chiese Rupestri che si snodano negli anfratti dei due sassi, nella Civita e nella zona della Gravina, il torrente che tocca la città: tra le più importanti vi sono Santa Lucia alle Malve, Santa Maria di Idris, Santa Barbara e San Pietro Barisano, che ospitano affreschi del XII – XIII secolo, ancora ben conservati per alcuni tratti.

Panorama di Matera. 

Ventisettesima città scelta, Bari.

“Se Parigi avesse lu mere, sarebbe una piccola Beri”.
Il detto popolare, molto in voga tra gli orgogliosi abitanti del capoluogo di regione pugliese, ben riassume l’importanza storico artistica della città, che presenta diverse realtà medievali degne di lode.

Donne del luogo preparano le orecchiette fresche. 
Infatti, benché la Pinacoteca Provinciale Corrado Giaquinto nel Palazzo della Provincia, sia un polo artistico di tutto spessore per via delle importanti collezioni ivi presenti e notevole sia l’apporto sul piano urbanistico, voluto da Mussolini nel corso del suo Governo (il Lungomare e la zona portuale sono un emblema di tale politica), è il centro storico il punto nevralgico e rappresentativo dell’arte cittadina locale, nonché della tradizione culturale, gastronomica e culinaria: per le vie del quartiere infatti non è raro trovare donne intente a “trombare” (lavorare) la massa o a creare con le dita le orecchiette fatte in casa, deliziose con il ragù di agnello dei giorni di festa o le cime di rapa nei giorni feriali.  

Castello Normanno Svevo, XII secolo, Bari. 
L’architettura civile/militare principale è data dal Castello Normanno Svevo, costruzione del XII secolo, ampliata successivamente nei secoli a seguire sino al XVI secolo quando sotto la regina di Polonia Bona Sforza, fu ampliata del fossato e modificata negli interni.
All’interno di esso, è possibile ovviamente guardare il video che racconta l’evoluzione architettonica della struttura nella sala della videoteca, nonché ammirare le testimonianze dei torrioni e dei focolai bizantini e normanni, desunte dagli scavi archeologici effettuati.

Basilica di San Nicola, XI secolo, Bari. 
Sul piano delle architetture religiose, citando doverosamente la caratteristica e meravigliosa Chiesa  Ortodossa di San Giovanni Crisostomo, sono la Basilica di San Nicola e la Cattedrale di San Sabino a padroneggiare sulla religiosità dei cittadini.
La basilica, struttura in Romanico Pugliese dell’XI secolo, è dedicata al santo di Myra, di cui ne custodisce le reliquie sin dal lontano 1087, quando 62 marinai baresi le trasportarono dalla città turca alla pugliese.

Esternamente l’edificio presenta tutte le caratteristiche dell’architettura romanica, con la sua tripartizione, tramite lesene, della facciata a salienti, nella quale si aprono tre portali, di cui il principale sorretto da un protiro nella parte inferiore, e da monofore e bifore, un rosone ed archetti ciechi che seguono gli spioventi, nella parte superiore.

Cattedra di Elia, XI secolo, marmo,
Basilica di San Nicola, Bari.
Internamente, a croce latina commissa con tre navate e soffitto a capriate con copertura lignea nella navata centrale, la basilica presenta perle di straordinaria importanza storico artistica, come il ciborio dell’XI secolo, particolare nel suo baldacchino marmoreo e la Cattedra Episcopale di Elia dello stesso periodo, appartenuta al Vescovo omonimo di Bari e Canosa, - nella cui Cattedrale di San Sabino si custodisce una cattedra di simile fattura.

Cattedrale di San Sabino, XII - XIII secolo, Bari. 
Ancora la Cattedrale Metropolitana di San Sabino, sorta tra XII e XIII secolo, ripropone la stessa tripartizione tramite lesene della Basilica, aprendo a monofore sparse, una bifora centrale ed il rosone tipico romanico nella parte superiore e tre portali nell’inferiore.

Curiosità tipica della facciata è data dal restauro voluto a metà del XX secolo, volto a ripristinare la facciata secondo gli antichi splendori, dopo il radicale cambiamento simil barocco voluto dall’arcivescovo Gaeta e compiuto per mano di Domenico Vaccaro nel 1741:  in questa occasione fu reso alla cattedrale il suo rosone a discapito del finestrone concavoconvesso che temporaneamente lo aveva sostituito.

Lungomare di Bari. 

Ventottesima, la città del Barocco pugliese, Lecce.

Tamburo con il simbolo della taranta. 
Massima rappresentante di un’area regionale che si distingue per il morboso orgoglio ed attaccamento alle proprie radici, Lecce è definibile come la perla del Salento.
Infatti, oltre che ad assaporare i prodotti tipici del luogo, rinomati per freschezza e sapore – in questo la Puglia insegna – a ballare la taranta e la pizzica ed a suonare il tamburello, a Lecce è possibile godere dei meravigliosi scenari che offrono le sue piazze che aprono alle chiese barocche riccamente scolpite.

Porta Rudiae, XVIII secolo, Lecce. 
Non meno importanti sono le tre porte storiche della città, dalle quale si entra nel mondo storico rimasto per alcuni tratti pressoché invariato del centro storico.
Porta Napoli, (o Arco di Trionfo) è storicamente la più importante, perché legata alla figura dell’imperatore Carlo V che, nella prima metà del XVI secolo, permise la fortificazione a proprie spese della città. A seguire Porta Rudiae, barocca nell’impostazione perché rifatta nel XVIII secolo in seguito al crollo della precedente di origine medievale. E ultima Porta San Biagio, la più recente (essendo stata commissionata nel XVIII secolo), anch’essa in stile barocco.

Considerando che le architetture religiose leccesi sono rinomate perché inneggianti a barocco locale, molto più dettagliato, lussuoso, fastoso ed esagerato di quello tipico romano, tanto da divenirne in alcuni casi addirittura asfissiante, è particolarmente curioso che la Cattedrale di Maria Santissima Assunta, il polo religioso della città, non sia un edificio barocco.

Cattedrale di Maria SS. Assunta,
XI - XII sec., Lecce. 
La sua facciata infatti, contrariamente a quello che ci si aspetterebbe è alquanto semplice e sobria, suddividendosi in tre sezioni corrispondenti alle navate interne (come desumibile dalle paraste che solcano verticalmente ogni divisione) ed aprendosi orizzontalmente su due ripiani, che ospitano quattro statue di Santi entro nicchie, sino a chiudersi in un timpano.
Più enfatico è il prospetto settentrionale il cui ingresso da al sagrato, movimentato nelle scanalature di paraste e colonne, nel gioco delle linee condotte da balaustre, colonnine e pilastrini della parte superiore.

Basilica di Santa Croce, 1549 - 1695, Lecce.  
Prettamente barocche sono invece la Basilica di San Giovanni Battista al Rosario, a pochi metri da Porta Rudiae, caratteristica nella sua pianta a croce greca e la Basilica di Santa Croce, il più significativo esempio del Barocco Leccese.
La sua facciata, suddivisa in due ordini, mostra nell’inferiore un pentapartizione tramite colonne, nella cui centrale si apre il portale principale, nelle due laterali i portali minori e nelle ultime due, due finestre circolari: al di sopra di questa, si snoda una trabeazione massiccia sormontata da telamoni che sorreggono la balaustra, che riconduce al piano superiore, diviso in tre sezioni, nella cui centrale padroneggia imponente il rosone e nelle cui laterali si ergono statue entro nicchie, tutto in un tripudio di ornamenti e dettagli scolpiti.

Panorama della Piazza Duomo di Lecce. 

Ventinovesima città, spostandosi in Sicilia, Messina.

Caravaggio, Resurrezione di Lazzaro, 1609,
olio su tela, Museo Regionale, Messina.
Partiamo dal presupposto che, la Sicilia così come tutte le regioni italiane, sia bella tutta, (ragione che mi spinge a riflettere circa la creazione di un’ennesima serie di post con altre 20 come minimo città artistiche da visitare) e che scegliere Messina anziché la vicina e regale Catania non è stato semplice.

Effettivamente la scelta di Messina è ricaduta per via del mio interesse particolare nei confronti della vicenda legata al terremoto del 28 dicembre 1908, quando un terremoto molto intenso, distrusse gran parte della città e con essa il Museo (ora) Regionale: la storia legata alla sofferenza patita da questo, è descritta nei minimi dettagli nella specifica svirgolettata; una storia degna di essere diffusa e raccontata a discapito dello scadente lavoro dell’amministrazione italiana in ambito di arte e cultura.

Basilica di S. Maria dell'Assunta, XIII sec., Messina.
Detto ciò, Messina non è solo il sofferente Museo Regionale, ma anche la custode di monumenti importanti che raccontano la sua storia; una storia però legata direttamente al terribile terremoto ed ai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, che insieme hanno distrutto gran parte dei monumenti più importanti, in seguito ricostruiti.

Primo fra tutti la bizantina Basilica Cattedrale Protometropolitana dedicata a Santa Maria dell’Assunta, del XIII secolo, deturpata delle sue fattezze originali nel corso dei secoli sino al terremoto del 1908, quando crollando totalmente, la facciata fu ricostruita secondo gli standard originari bizantini, semplicemente a salienti, sormontate da merlature.

Vista del porto e del Faro di Messina. 

Trentesima città è Palermo.

Palazzo dei Normanni, IX secolo, Palermo. 
Dominata da più popoli, tra cui i Normanni e gli Arabi, Palermo ha goduto degli influssi stilistici, artistici e culturali portati in eredità da questi, come si evince nell’architettura del Palazzo dei Normanni, un tempo dimora storica di Federico II di Svevia. Infatti la prima fabbrica dell’edificio, voluta dagli arabi nel IX secolo, constava di un Quasr, (palazzo), che successivamente fu ampliato in seguito alla dominazione normanna, sino a contenere la Cappella Palatina.

Con gli svevi nel palazzo fu istituita la scuola poetica siciliana, salvo in seguito essere relegato nell’oblio durante i secoli di dominazione angioina e aragonese, sino all’arrivo dei viceré spagnoli che lo scelsero come residenza abitativa ed a seguire i Borboni.

Chiesa di S. Giovanni degli Eremiti, VI secolo, Messina. 
Sul piano delle architetture religiose, una delle più riconosciute a livello storico artistico da studiosi ed amatori della storia dell’arte in genere, è la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, struttura del VI secolo che nel corso della dominazione araba, venendo trasformata in moschea, ha goduto degli influssi tipici della loro cultura, evidenti nelle cupole emisferiche di un rosso vivo e pulsante su parallelepipedi ben saldati tra loro.
Decisamente caratteristico è il chiostro legato al complesso, che apre al giardino attraverso i portici tenuti da colonnine binate con capitelli corinzi che reggono archi a sesto acuto a doppia ghiera.

Chiesa di S. Maria della Catena,
XVI sec. Palermo. 
Altre strutture religiose che presentano peculiarità di tutto rispetto, sono da riscontrarsi nella Chiesa della Martorana (o San Niccolò dei Greci), che professa il rito greco bizantino, al cui interno sono ravvisabili meravigliosi e lucenti mosaici come il rivestimento della cupola raffigurante il Cristo Pantokrator, la Chiesa di Santa Maria della Catena, costruita nel XVI secolo in stile gotico – catalano, come si evince dalle arcate della facciata e delle navate interne, e la Cattedrale Metropolitana dedicata a Santa Maria dell’Assunta, imponente e complessa nella sua pianta, coacervo di stili derivati da secoli di dominazioni straniere.  

Cattedrale di S. Maria dell'Assunta, 1185, Palermo. 

Con Matera, Bari, Lecce, Messina e Palermo, si conclude l'ultima tranche delle 30 città artistiche da visitare.
A seguire le restanti cinque tranche che completano il post.

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