sabato 7 settembre 2013

Vanessa Bell, la sorella pittrice di Virginia Woolf

Chiacchierando del mio blog con la mia cara amica Samanta, ammiratrice di Virginia Woolf tanto da idolatrarla, ho scoperto una nuova artista di cui, ahimé, non ne avevo mai udito il nome: Vanessa Bell. E dopo una prima repentina ricerca di immagini legata al suo nome, la curiosità del suo stile pittorico mi ha spinto ad una curiosità volta a raccontarla.

Vanessa Bell
E in effetti, non senza alcun stupore, mi son ritrovato a constatare che Vanessa Bell altro non è che la sorella maggiore della celeberrima scrittrice Virginia Woolf, entrambe Stephen prima di sposarsi, nata nel 1879 a Londra e affermatasi col tempo valida pittrice.

Un rapporto quello tra le due, che in qualche modo ha condizionato la pittura della prima e la scrittura della seconda, attraverso sodalizi, controversie e modi di concepire la vita sociale.  Già da adolescenti, infatti, le due sorelle non godettero di un’infanzia felice: la morte improvvisa della mamma prima e della sorella maggiore Stella poi, spinsero le due a responsabilizzarsi incredibilmente, trovandosi a gestire una famiglia capeggiata da un uomo che relegò loro ogni compito.

E per quanto Virginia in quegli anni critici, nascondeva a tutti quello che scriveva, tranne a sua sorella Vanessa, così come Vanessa manteneva segrete le proprie aspirazioni di pittrice in quel mondo decisamente maschilista, la loro vita continuava ad andare avanti senza novità eclatanti sino alla morte del padre, che aprì ad entrambe un nuovo periodo di speranza, liberazione, ma anche di incomprensioni e gelosie.

V. Bell, Interior with a table, 1921, olio su tela, Tate, Londra.  
Il trasferimento nel quartiere di Bloosmbury, dopo la vendita della casa del defunto padre, portò infatti le due a concretizzare le loro passioni: Vanessa arredò lì un proprio studio adibito alla pittura e Virginia si creò uno spazio personale in cui concentrarsi per la scrittura dei suoi romanzi.

E proprio Bloosmbury fu l’artefice della loro fortuna iniziale: mentre durante il tempo libero le due sorelle si davano alle proprie passioni, ogni venerdì sera frequentavano il club dei pittori voluto dal loro fratello Thoby, ennesima dimostrazione di una famiglia dedita all’arte ed alla scrittura.

V. Bell, Virginia Wolf in a deckchair, 1912,
olio su tela, collezione privata. 
Fu qui che Vanessa incontrò Clive Bell, quello che sarebbe diventato suo marito dopo l’improvvisa morte di Thoby, per tifo, durante un viaggio in Grecia. Un matrimonio che inizialmente accese la gelosia e l’invidia di Virginia, sino ad intromettersi così tanto da conquistare il cuore del critico d’arte. Poi però la conoscenza di Leonard Woolf spinse la scrittrice al matrimonio con questo; cosa che riportò l’equilibrio tra le due sorelle.

Un equilibrio che assopì lo stile di vita fedigrafo di Cliver ma non di Vanessa, tanto da concedersi a molteplici uomini tra cui il bisessuale Duncan Grant, che le dette una figlia, Angelica, che prese però il cognome di Cliver Bell. In seguito Angelica sposò David Garnett, scrittore amante del suo padre biologico, alimentando così le voci scandalistiche che circolavano attorno al Bloosmbury Group.

Dopo la breve parentesi di incomprensioni legata al primo periodo matrimoniale di Vanessa, le due sorelle comunque vissero un legame molto forte sino al suicidio di Virginia; legame che si rivela anche nella pittura di Vanessa che non si scosta dall’idea di flusso di coscienza utilizzato dalla sorella minore.

V. Bell, Donne e due bambini, data sconosciuta,
olio su tela, collezione privata Henrietta Garnett.
 
Nelle sue tele infatti Vanessa non segue una logica di fondo che la relega in questa o quell’altra corrente, per quanto a partire dal primo decennio del Novecento aderisca all’Omega Workshop di Roger Fry: nella sua pittura si lascia trasportare dalle emozioni, da ciò che vede, dall’amore spropositato verso sua sorella, che ritrasse non poche volte.

Proprio come se dipinte da un flusso di coscienza pittorico infatti, le sue composizioni si lasciano trascinare a volte da colori cangianti e campiture larghe, altre da virgolettate più audaci e studiate e colori più tenui, sempre però mostrando uno studio volto a raffigurare lo stato d’animo, che la configurano come precursore di una sorta di Fauvismo di stampo inglese. 

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