domenica 1 settembre 2013

Un monumento dimenticato dalla storia: l'Ipogeo Monterisi - Rossignoli a Canosa di Puglia

La svirgolettata di oggi, posso asserire essere un articolo deciso a quattro mani assieme all’amico Francesco Pastore, intervistato già da me per la rubrica Giovani Talenti, che già si è occupato sul suo blog A destra e a manca, di quanto sto per raccontare.

Avendo improntato la mattinata della prima domenica di settembre, a scoprire e denunciare realtà di degrado riguardanti beni culturali e monumenti di sommo pregio della nostra città, Canosa di Puglia, seguendo una scia che già ha denunciato recentemente la gestione di Palazzo Sinesi e dei reperti nella villa comunale, ci siamo recati in compagnia di altre due ragazze, - Alessia, con cui Francesco gestisce il suo blog e Mariella, sua sorella e mia amica – sul sito dell’Ipogeo Monterisi Rossignoli.
Una struttura, la suddetta, che è già è stata ben raccontata nell’articolo “Canosa di Puglia:Ipogei Monterisi Rossignoli” di A destra e a manca, e che abbiamo scoperto vigere in uno stato pietoso di deperimento.

Ingresso dell'Ipogei Monterisi Rossignoli.
La storia dell’Ipogeo è presto detta:
“Il 25/09/1813 il contadino Monterisi D'Alesio, nell'eseguire lo scavo di una cantina nel terreno di sua proprietà, s'imbatté casualmente nella volta dell'ambiente principale dell' ipogeo che fa parte dell'impianto di tombe che abbracciano più camere. L’ipogeo e' ricavato nel banco naturale di tufo ed il suo accesso era costituito da un dromos a gradini che portava all’ipogeo, composto da un vestibolo e da una cella orientata ad ovest a pianta rettangolare e col soffitto a doppio spiovente. Il vestibolo era sostenuto al centro da due pilastri quadrati. Notevole l'apparato decorativo, costituito da due cavalli marini scolpiti negli orli laterali della volta. Il letto funebre era ricavato nel tufo ed era decorato con rilievi di animali.”

Come storie di secoli di anarchia burocratica e legislativa in ambito di beni culturali insegnano, i reperti riscontrati allora nell’ipogeo, furono sequestrati da personalità influenti del luogo e inviati o venduti presso altri enti museali e collezioni private: Alcuni di questi reperti configurano tutt’oggi nella collezione  Antikensammlungen di Monaco, poiché un tempo venduti a Ludwig di Baviera.

Altri invece, furono recapitati a Napoli, di cui si contano due vasi a figure rosse, una patera con manico antropomorfo e una corazza divisa in due sezioni; ancora due elmi, uno schiniere e un frontale di cavallo, altri cinque piccoli vasi e due di grandi dimensioni.
E sempre a Napoli, oltre ai vasi ricordati furono portati anche alcuni rilievi che ornavano l'interno dell'ipogeo, ricostruendo la tomba a grandezza naturale.

Interno Ipogei Monterisi Rossignoli
Detto ciò, dell’ipogei non ne rimane quindi che la struttura, che comunque rivela essere un ottimo esempio di  edificio tombale risalente al IV sec. a.C, la cui tomba è preceduta da un ripido dromos a gradini che porta al vestibolo con al centro due pilastri. La camera sepolcrale peraltro, ha una copertura a doppio spiovente con una trave centrale e travicelli laterali scavati nel tufo e tre pilastri sui lati lunghi.

Dopo un preambolo così nobile, come nobile è la realtà legata all’arte ed all’archeologia canosina, passiamo alla critica. Una critica che rivela ora come ieri, una pessima amministrazione dei siti culturali del paese: da canosino orgoglioso non è mai facile denunciare la cattiva gestione di musei, monumenti, siti e oggetti d’arte, ma la denuncia è la giusta via da perseguire per una corretta informazione su quanto il mio paese ha da offrire, ma nasconde visibilmente al turista medio.

Arrivando all’ingresso dell’Ipogeo infatti, ci siamo dovuti tutelare dall’attacco di cimici, pulci e pidocchi, imbragandoci le gambe con buste di plastica e indossando cuffiette per la doccia usa e getta; ancora ci siamo dovuti districare nel ripido e scivoloso dromos, priva di appigli per giungere al vestibolo.

E lì la sorpresa è stata tanta, quando, dopo aver visto le immagini di rito dei diversi siti internet che raccontano un ipogeo ben tenuto, curato e rispettato, ci siamo ritrovati in un luogo ameno, infestato da insetti, contenente tufi accatastati che non permettono di poter ammirare a 360° la struttura, pozzanghere melmose e immondizia varia.

Ipogei Monterisi Rossignoli, come illustrato da siti e cartelloni locali

 
Ipogei Monterisi Rossignoli, come illustrato da siti e cartelloni locali
Un bel peccato, considerando le incisioni illeggibili già oggi, ma sicuramente scomparse domani; un dispiacere, volgendo gli occhi alle due sculture raffiguranti un leone e un cinghiale, di cui quest’ultimo in un evidente stato di deturpazione irreversibile.


D’altronde proprio come ha ammesso Francesco nel suo articolo succitato, di questo passo dovremmo ritenerci fortunati ad aver potuto godere di questa meraviglia oggi, dato che forse domani sarà troppo tardi per preoccuparsi di preservarlo dalla noncuranza di cui ha goduto per un secolo. Se vi va, se anche voi volete goderne, fateci un salto. Ma prima munitevi di sacchetti di plastica e nastro adesivo, cuffietta ed uno spray antisettico.   

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