domenica 12 maggio 2013

Europeana 1914 - 1918: un caso valido di museo virtuale "democratico"


Nel 2014 è ricorso il centenario della Prima Guerra Mondiale; un evento che rivoluzionò l’assetto politico istituzionale, non solo di alcune colonie delle più influenti potenze mondiali, ma anche e soprattutto degli imperi e degli stati europei: l’Impero Asburgico fu ridimensionato all’Austria; l’Impero Russo fu attanagliato da una guerra civile e rivoluzionaria che portò ad una dittatura, l’Impero Tedesco fu istituzionalizzato nella repubblica che poi prese il nome di Weimar; l’Italia riconquistò il Trentino.

Forse con una sorta di velo malinconico, è triste constatare che ormai è quasi impossibile, tranne nel caso di persone ultracentenarie, poter ancora intervistare i testimoni della guerra che fu; piccola consolazione può darcela il fatto che su canali multimediali, in tv, sui giornali, è possibile informarsi, leggere ed acculturarsi circa i punti di vista ed i racconti soggettivi, raccolti nei decenni scorsi, di chi quella guerra la visse.

Perché la Prima Guerra Mondiale, non fu semplice e mera guerra: fu un evento di grande portata che modificò la vita sociale di tutti i giorni, che intaccò la storia, la cultura, l’arte e la letteratura.
Basti pensare infatti all’Ermetismo di Ungaretti, poeta e letterato che militò in trincea sul fronte italo – austriaco, che ben seppe raccontare nelle sue composizioni l’orrore della guerra, o al dadaismo svizzero, il movimento di avanguardia artistica, nato a Ginevra nel 1916 come movimento che si opponeva alla guerra.

In questa visione totalizzante del quadriennale periodo bellico, vi segnalo il sito internet  http://www.europeana1914-1918.eu/it, che si prepone di ricostruire una storia della guerra, volta però all’analisi dello scorrimento della vita di tutti i giorni nei paesi d'Europa tra trincea e stato.  

E a tal proposito le finalità sono ben chiare nella premessa della home: si richiede ad ogni cittadino in possesso di cimeli, fotografie, documenti, o anche solo custode di una storia inedita, coscienzioso e desideroso di continuare la tradizione conoscitiva della nostra storia, di recarsi presso uno dei punti istituiti in tutta Italia, nel corso dell’anno, per permettere la digitalizzazione di quelle testimonianze.

Il progetto, realizzato con il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Fondazione Museo storico del Trentino, è stato realizzato in seguito al successo dei roadshow sulle storie famigliari legate alla Prima Guerra Mondiale svoltisi in Germania nel 2012.

Crocifisso custodito nel
paltino di un soldato, 
scalfito da un proiettile
Ovviamente per onestà intellettuale va specificato che il progetto “Europeana 1914-1918 Giornata di Raccolta di Storie Famigliari” non è un progetto a sé stante, ma fa parte di un programma fortemente voluto dalla Regione del Trentino, volto a promuovere un ciclo di attività con lo scopo di sostituire “il fronte bellico con sentieri di pace”, con una serie di progetti che puntano a creare un "domani di concordia tra i popoli di differenti culture e fedi religiose”.
[Per maggiori informazioni sulle attività che il Trentino sta promuovendo per commemorare la Grande Guerra, visita http://www.trentinograndeguerra.it]

Visitando il sito che vi ho segnalato, troverete informazioni molto più dettagliate a riguardo, nonché una meravigliosa mostra virtuale, contenente le testimonianze già digitalizzate nei paesi anglosassoni, che ben rendono una visione probabilmente a noi poco conosciuta, di come la società tedesca, irlandese ed inglese ha vissuto la grande guerra.

La mostra in questione, si ramifica in sei tematiche: The Unexpected (L’inaspettato); News From the Front (Notizie dal Fronte); Family Stories (Storie famigliari); A soldier’s kit (l’equipaggiamento del soldato); People in documents (Le persone attraverso i documenti); Propaganda.

Bibbia custodita nel taschino di un
soldato, dilaniata da un proiettile. 
The Unexpected, raccoglie testimonianze legate all’oggettistica; testimonianze che come suggerite dal nome della tematica, narrano situazioni estreme, inaspettate e curiose. Forse tutti abbiamo letto o ascoltato la storia del soldato salvato dal colpo del cecchino, dalla bibbia o dal crocifisso riposti nel taschino; ebbene sul sito, la foto della bibbia traforata dal proiettile o del crocifisso scalfito, vi permetterà di dare un nome ed una collocazione a quel soldato e di concepire che questo aneddoto non è mai stato una leggenda metropolitana ma un fatto realmente accaduto.

ST.M. George Cavan, foglietto d'avviso alla famiglia, 1918.
News from the Front, testimonia il carteggio intriso di malinconia, paura e aberrazione verso la guerra, tra i soldati al fronte e le loro famiglie. Ed è un brivido poter ammirare lettere, foglietti e note scritte da quei militari, morti pochi giorni dopo, come nel caso del Sergente Maggiore George Cavan, che avvisato all’ultimo minuto che avrebbe dovuto combattere sul fronte francese, riuscì a scrivere un fogliettino che citava “Cara moglie e figli, parto per la Francia – vi amo tutti, Papà”, ad inserirlo in una scatolina di fiammiferi ed a gettarla dal treno transitante nei pressi del paesino scozzese, in cui viveva la sua famiglia, pochi giorni prima di morire in trincea.

Cartolina inviata da Adolf Hitler, nell'ottobre 1916
Ancora ci sono chicche di rispetto, come la missiva inviata da un certo soldato Adolf Hitler al compagno di reggimento Lanzhammer, in cui gli narrava che sarebbe tornato al fronte molto presto.
La cartolina che raffigurava il castello di Norimberga, città nota per i risvolti futuri legati proprio alla politica del dittatore, è da contestualizzarsi nell’episodio in cui Hitler nell’ottobre 1916 venne ferito da una granata e fu ricoverato presso l’ospedale di Belitz vicino Berlino.

Cartoline di Michael Hannon
Le cartoline più belle però, a mio avviso, rimangono quelle inviate dal soldato Michael Hannon a sua madre, che se affiancate l’un l’altra, rivelano come se fosse un puzzle, la figura di un soldato francese. Una perla degli anni della guerra, probabilmente difficile da reperire in altre sedi.

Family stories, si preclude di raccontare attraverso testimonianze valide se non uniche, aneddoti particolari che legano i militari al fronte ai componenti delle rispettive famiglie o illustrano i punti di vista dei civili costretti a vivere le decisioni politiche dei loro governatori. 

E qui si pongono le lettere dei due fratellini di Amburgo che illustravano il nemico come un feroce despota arrivato senza motivo a fare razzie, o la collezione di animali scolpita dal soldato Charles Grauss  per sua figlia Ghislaine, custodita in una scatola di latta. Il militare, che amava sua figlia alla follia, a cui inviava disegni illustrati che raccontavano episodi felici lontani dall’idea della guerra, morì in battaglia nel 1918.

Animali scolpiti da Charles Grauss per sua figlia Ghislaine
Lettera simpatica di Charles Grauss a sua figlia Ghislane

Cartellino da Pronto Soccorso
A soldier’s kit, apre una panoramica sull’equipaggiamento dei militari, sui loro effetti personali e sulla storia che legava questi ai loro proprietari; People in documents, racconta la vita civile e di trincea attraverso particolari documenti. Nel primo caso è encomiabile l’opera del professore Hans Hansen Lindorff, che scrisse quindici dettagliate biografie di suoi allievi morti in guerra; nel secondo è curioso esaminare il tipico cartellino che si apponeva sui corpi dei feriti durante una battaglia: una striscia rossa significava che il soldato ferito era in grado di essere rimosso dal luogo in cui giaceva ed essere curato, due strisce rosse indicavano una gravità allarmante delle ferite che impossibilitavano il soldato al movimento e molto spesso divenivano quindi preludio di morte.

Propaganda infine, attesta la diffusione dell’idea e dell’orgoglio nazionale attraverso fotografie, manifesti e l’induzione di questi sentimenti nel lavoro di tutti i giorni e nei lavori creati per le donne, a fronteggiare la crisi di manodopera. Curioso è l’anello “I gave gold for iron”, che simboleggiava l’aiuto solidale verso la patria, per cui in cambio di comune ferro, il cittadino rendeva i propri monili d’oro utili a fronteggiare le spese di guerra.

I gave gold for iron, l'anello che attestava una donazione d'oro alla Patria.

Detto ciò, dopo questa visione generica – pertanto vi invito a vedere tutta la mostra sul sito – è doveroso ricordare che per incrementare la documentazione e la mostra di Europeana, è possibile inviare fotografie o documenti previa registrazione al sito suddetto, nello specifico cliccando sul link http://www.europeana1914-1918.eu/it/contributor.

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