venerdì 5 aprile 2013

Nuova definizione per il lager Auschwitz: luogo dove regna l'ordine


La notizia ha fatto il giro del web e riguarda un’insegnante di liceo ed una studentessa ebrea.
Ora la positività della vita che è in ognuno di noi, condurrà ad immaginare che in un clima volto al rispetto dell’individuo attraverso la shoah, la memoria del genocidio degli Armeni e dei Kosovari,  questa sarà una storia di sodalizio tra due figure che per antonomasia sono solitamente avverse tra loro per il ruolo che ricoprono. E invece no.

Pare che il fatto sia accaduto agli inizi di ottobre, ma sia stato reso di dominio pubblico solo in data 5 aprile da La Repubblica (clicca qui per leggere l'articolo): nel liceo artistico Caravillani di Roma, una docente di matematica prossima alla pensione, ha ripreso una studentessa perché questa chiedeva di poter uscire a causa di un persistente mal di testa. 

E nulla di sconvolgente sin qui, se non fosse che Yael è una ragazza di origini ebree e la frase di rimprovero della docente fosse stata: “Ad Auschwitz saresti stata attenta”.
L’affermazione allora aveva destato non poco scalpore tra i compagni di Yael che minacciarono di disertare le lezioni di matematica accusando la professoressa di razzismo.

Ovviamente la situazione non poteva passar impunita ed il lunedì a seguire quel sabato deplorevole, la madre della ragazza si recò dalla Preside Anna Maria Trapani, chiedendo una protesta scritta alla signora  ed aprendo così un'istruttoria formale. L’insegnante allora chiamata in causa dalla Preside stessa, cercando di giustificarsi, peggiorò la situazione: "Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato, un posto dove regna l'ordine".

La storia come di consuetudine non ha un lieto fine. Dopo l'apertura dell'inchiesta, la docente rischiando 15 giorni di sospensione, ha concordato con la Presidenza dell’Istituto un periodo di riposo per malattia, tale a colmare i pochi mesi che le mancano per andar in pensione.

Forte rammarico ho provato nel leggere il pensiero della Preside che ha tentato di ammorbidire la drammatica vicenda dichiarando: "La professoressa non voleva dire quel che le è uscito fuori dalla bocca e i ragazzi hanno interpretato senza filtri. Non voleva offendere nessuno, e infatti non è stata punita".

E quindi tutti felici? Basta chiudere entrambi gli occhi, sperare che la vicenda cada presto nel dimenticatoio allontanando con le buone la docente? Mi chiedo come sia possibile che ancora non le sia pervenuto a casa un bouquet di ringraziamenti per l'operato svolto allora. Ma forse le arriverà a settembre che andrà  formalmente in pensione.
  
Vi dirò, quando ho letto la notizia, onestamente la cosa mi ha fatto giusto sorridere inizialmente.
Insomma, è giustificabile – seppur in extremis, e so di mettermi contro il mondo con la mia affermazione – che possa sfuggire una battuta poco gradevole durante la lezione. È meno giustificabile certo, che la battuta vada a ledere in modo personale la dignità di chi hai di fronte. Però per quanto mi sembrasse grave, comunque riuscivo a ridimensionare la gravità del fatto.

Continuando a leggere però ho smesso di sorridere quando son arrivato alla dichiarazione della professoressa: "Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato, dove regna l'ordine". E qui mi son fermato a riflettere su quanto un’affermazione del genere sia poco contestualizzabile in un luogo di formazione in cui si spiega, attraverso i diversi insegnamenti, anche come si vive.

In un istantaneo flashback di simili situazioni, ho ricordato per un attimo quello che mi aveva detto la mia amica Simona, circa il suo professore di storia e filosofia che, al quinto anno di liceo, si era rifiutato di spiegare Karl Marx, la nascita del socialismo/comunismo e la Rivoluzione Russa perché militante di destra, e rapportandolo al caso in questione ed a migliaia di casi simili e quindi anomali, mi son chiesto quanto bene possa mai fare alla formazione di piccoli geni che saranno il futuro del Paese, l’affluenza continua delle idee scialbe e ridicole di queste persone che non sanno insegnare.

Perché potrai saper insegnare la matematica, ma non sai insegnare la vita, cara professoressa se reputi che ad Auschwitz regnasse l’ordine.
L'ordine è armonia, è "ogni cosa al giusto posto" e non può esserci ordine dove ci sono uomini al posto di bestie da macello, dove ci sono corpi esanimi e decomposti al posto dei fiori, dove c'è il fumo dei forni al posto delle nuvole bianche in cielo.

Quello no, non è ordine, professoressa. Quella è follia disumana, orrida, brutale, abominevole. 
Vico insegnava che dalla storia si impara, i corsi e ricorsi storici, ricorda?
Beh professoressa, noto che lei non ha imparato un cazzo. E se davvero vuole far ordine a scuola, si licenzi e chieda semplicemente scusa a Yael.

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