domenica 10 marzo 2013

Tiziano alle Scuderie del Quirinale


La mostra monografica che si terrà sino al 16 giugno presso le Scuderie del Quirinale a Roma,  vede come protagonista Tiziano Vecellio, il noto artista di scuola veneta, nato intorno al 1490 e protagonista nel XVI secolo dell’affermazione di quella pittura tonale che era stata già prima del Giorgione, e di quel tocco elegantemente Belliniano, rielaborato attraverso l’acquisizione delle diverse maestranze, con cui entrò in contatto nel corso della sua vita e del suo viaggiare.
Per un excursus delle opere presenti alla mostra e per aver chiaro il percorso che si è tentato di seguire, nelle sale dei due piani del palazzo, con la collocazione delle diverse opere dell’artista di Pieve di Cadore, invito a prender visione dello spazio dedicato alla mostra dal sito ufficiale delle Scuderie:
Una volta entrati nel mondo dell’artista, in spazi dalle mura monocromatiche asettiche, già la prima sala  diventa il micro mondo nel quale prende vita l’esplicazione del tema della mostra: il percorso artistico del pittore dalla formazione iniziale agli ultimi anni. 
Infatti, accanto all’Autoritratto del pittore del 1566, un ritratto connotato dal suo immortalarsi ad effigie romana tipico della moneta, nella delineazione di un profilo laterale di stampo quattrocentesco intriso di quelle sfumature tipiche della sua pittura matura per cui il nero sfocia nel marrone in un gioco magico di trasformazione cromatica, configura il Martirio di San Lorenzo, tela del 1548 – 1567, tipica del suo periodo di acquisizione delle maestranze derivanti dagli artisti romani, protagonisti della diaspora post Sacco di Roma del 1527, come dimostra la particolare attenzione ai bassorilievi dipinti nell’opera, la statua raffigurante Vesta, il tempio sulla destra e la figura del martire, di stampo Michelangiolesco.

Tiziano, Martirio di San Lorenzo, 1548 - 1557, olio su tela,
Chiesa di S. Maria Assunta, Venezia

Nelle sale a seguire il percorso formativo del pittore diviene più chiaro, poiché dalla seconda sala in poi le opere vengono presentate cronologicamente. Le prime, ascrivibili al 1515 – 1525, mostrano un Tiziano accademico, ancora incerto ed immaturo nella resa della prospettiva, ma sicuro nella resa del colore, vispo, dalle tonalità cangianti e vive. Il manto di velluto verde con stampe dorate di papa Alessandro VI nella pala raffigurante Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da Papa Alessandro VI, è qualcosa di straordinario ai sensi; ancor più lo è la resa del velluto della mantellina di Papa Paolo III nel suo Ritratto, custodito a Capodimonte.

Tiziano, Ritratto di Paolo III, 1543, olio su tela,
Galleria di Capodimonte, Napoli
Man mano che si va avanti, la resa pittorica omogenea dei primi anni e degli anni della piena affermazione come ritrattista di Papi e Signori, (durante i quali nascono i dipinti del calibro di Flora e La Danae e la pioggia di monete d’oro), lascia spazio ad un’evoluzione sia tecnica, nella frammentazione della pittura in tante piccole pennellate, che iconografica, nella mostra di influssi romani. Il Ritratto di Giulio Romano a Mantova, dimostra il rapporto diretto avuto tra i due pittori, rapporto che senza dubbio ha regalato a Tiziano una visione più dettagliata della maestranza di bottega Raffaellesca e l’acquisizione dell’antico, attraverso la visione dei bassorilievi, delle epigrafi e dei marmi che Giulio Romano si era portato dietro, dopo la diaspora.

La mostra chiude le sue sale con l’ultima opera conosciuta del Tiziano, Lo scorticamento di Marsia, ultimata nel 1576 a pochi giorni dalla morte.
La tela mostra il culmine della pittura tizianesca. 
Lontano dalle vive tonalità giovanili e dalla definizione precisa dei suoi ritratti, il dipinto mostra, quasi come se Tiziano fosse il precursore dell’impressionismo, un Apollo, un Marsia e tutto il mondo mitologico, resi attraverso macchie e pennellate vigorose. Una tela cruda, attenta ai particolari e terribilmente vera nell’uso di colori decisi, e nella composizione che non lascia alcun spiraglio di cielo e di luce, forse in previsione di una morte ormai vicina.

Tiziano, Lo scorticamento di Marsia, 1570 - 1576, olio su tela, Galleria Vescovile, Kromeriz. 


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